La vetreria Venini ha origini nel 1921 dall'incontro tra Paolo Venini, avvocato milanese discendente da una famiglia di vetrai e Giacomo Cappellin, antiquario veneziano. Insieme fondano la Cappellin Venini & C. assumendo come direttore artistico Vittorio Zecchin.
In seguito a discordanze, la compagnia viene divisa e Venini fonda la Vetri Soffiati Muranesi Venini & C. assumendo il visionario Napoleone Martinuzzi come direttore artistico. La produzione passa da uno stile rinascimentale ad oggetti artistici fortemente innovativi per l'epoca, ponendo l'attenzione verso il "modern design".
Negli anni che vanno dal 1927 al 1932 Venini inizia una produzione altamente sperimentale utilizzando una serie di tecniche di lavorazione del vetro quali la pasta vitrea, il vetro incamiciato e il vetro pulegoso. Proprio in questo periodo si avvale della collaborazione di importanti personalità quali Gio Ponti, Pietro Chiesa, Emilio Lancia.
Nel 1933 Martinuzzi decide di dedicarsi unicamente alla scultura e per questo la direzione artistica viene affidata a Carlo Scarpa e Tomaso Buzzi. I due architetti proseguono le linee dettate dai predecessori e intraprendono una strada ancora più rivoluzionaria. L'interazione tra luce e vetro porterà al risultato di nuovi sorprendenti lavori come il vetro battuto, tessuto, granulare, murrina.
Alla morte di Paolo Venini avvenuta nel 1959, l'azienda passerà in mano al genero Ludovico Diaz De Santillana. Negli anni '70 la direzione passerà a sua figlia Laura, fino alla cessione della compagnia alle famiglie Gardini e Ferruzzi avvenuta negli anni '80.
Nel corso degli anni sono molteplici gli artisti che hanno lavorato per la Venini, rendendola uno dei marchi più prestigiosi a livello mondiale nella lavorazione del vetro. Fra questi Fulvio Bianconi, Ettore Sottsass, BBPR, Vico Magistretti, Gae Aulenti.
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