Leonardo Da Vinci - Salvator Mundi

16 novembre 2017


Nuovo record mondiale per un'opera d'arte


Quello che è successo ieri a New York è qualcosa di unico e destinato ad entrare di diritto nel mondo della storia dell'arte. "Un momento storico senza precedenti", come ha asserito Alex Rutter, il battitore di Christie's.
Il Salvator Mundi, ultimo dipinto attribuito a Leonardo e dalla storia molto travagliata, ha polverizzato ogni precedente record mondiale per una opera d'arte ed è stato aggiudicato per l'astronomica cifra di 400 milioni di dollari (450,3 milioni comprensivi i diritti d'asta). Un valore mostruoso, superiore ai 300 milioni del precedente record di Willem De Koonig e più alto del PIL di molti Stati.
La vicenda sarà destinata a far parlare di sé ancora per molto tempo, una storia contorta e dominata da una campagna di marketing geniale che ha sancito un epico trionfo del branding e del desiderio sul parere dei conoscitori e sulla realtà.
La scelta di inserire il dipinto all'interno di un'asta di arte contemporanea ha ripagato oltre misura e ha creato un dibattito acceso che ha alimentato le aspettative ma ha generato anche fortissime critiche e grane legali.

La storia dell'opera è molto complicata: ritrovata nei primi anni del 2000 e attribuita a discepoli di Leonardo, nel 2005 fu comprata da un consorzio di galleristi per meno di 10.000 dollari e per loro conto restaurata e autenticata come Leonardo. Il debutto nel 2011 alla mostra leonardesca della National Gallery di Londra aveva consolidato la fama. A Christie's il quadro era stato consegnato dal 50enne miliardario russo Dmitry Rybolovlev (il proprietario del Monaco Football Club), che a sua volta lo aveva comprato nel 2013 dal commerciante d'arte francese Yves Bouvier per 127 milioni di dollari. Bouvier aveva pagato il quadro circa 50 milioni di dollari solo qualche mese prima: quando era emersa la notizia, Rybolovlev aveva fiutato una truffa e avviato azione legale.
Christie's ha venduto il Leonardo come il lotto n.9 di una vendita di arte moderna e contemporanea: destinata cioè a clienti abituati a sborsare decine di milioni di dollari per un segmento di mercato considerato più vitale di quello degli "old masters".
La scommessa ha pagato. Ieri, sotto il martello del battitore, Leonardo ha polverizzato i 60 milioni pagati per "60 Ultime Cene" di Andy Warhol, divenendo anche l'unico dipinto attribuito al genio toscano ad essere ancora nelle mani di un privato.

Questa è stata la rivincita dei grandi maestri del passato. In un mondo in cui l'arte moderna e contemporanea dominano il mercato con cifre stratosferiche (in cui il valore di un'opera è determinato prevalentemente dalla firma), finalmente torna alle luci della ribalta un dipinto del rinascimento, peraltro di attribuzione incerta.
Il dibattito rimane aperto per l'enorme mole di dubbi che la vicenda porta con sé.
Il quadro è veramente opera di Leonardo?
Quanto può costare un'opera dalla dubbia attribuzione e che ha subito una serie infinita di restauri?
Il dipinto ha realmente quel valore è o solo un enorme bolla d'aria per generare business?
Domande a cui non troveremo mai risposta ma grazie alle quali potremo ancora fantasticare, emozionarci, sognare.